Occhiuto

oc-chiù-to

Significato Provvisto di occhi, che ha molti occhi; con macchie simili a occhi; vigile, accorto, meticoloso

Etimologia derivato di occhio.

La sorte dell’occhiuto è molto particolare. Si sa che la vista e l’occhio sono crogioli di metafore e simbolismi, ma qui ne vediamo un esito un po’ prosaico, e che si presta bene all’ironia.

Quando questo termine è comparso in italiano, i primi significati che ha assunto si sono riferiti a maculature che in qualche modo ricordavano un motivo a occhi. La prima attestazione del termine pare che si trovi in Boccaccio, riferita — indovina indovinello? — ai pavoni. E questo, notiamolo, è ancora un significato piuttosto lieve, poetico, metaforico. Come quando parliamo dei tentacoli occhiuti della piovra, dei rami occhiuti di gemme, del muro occhiuto per le fioriture delle muffe.

Ma poi nel Rinascimento l’occhiuto diventa il munito di occhi, specie in quantità (pensiamo all’occhiuto Argo Panoptes del mito, ‘che vede tutto, tuttocchi’, posto da Era a guardia della ninfa Io perché Zeus non la insidiasse). Questo passaggio ci permette di parlare in maniera anche simpatica del triangolo occhiuto con cui si rappresenta Dio, dell’occhiuto aracnide che ci osserva dal fondo della cassetta della posta.

Il punto curioso è che questa qualità, quando racconta atteggiamenti e inclinazioni, lo fa implicando giudizi dei più diversi, e spesso poco generosi. Quando l’occhiuto racconta il vigile, l’accorto, il meticoloso, ci può essere dentro tanto un comportamento curioso e scrupoloso quanto qualcosa di dissonante, di caricaturale. È marezzato di attenzione, curiosità, meticolosità e controllo, come di avarizia, di rapacità, e si rovescia spesso in ironia, se non in sarcasmo. È instabile.

Se parlo di spettatori occhiuti, posso intendere che non si faranno sfuggire l’orologio al polso di Laerte nell’Amleto in costume, anche se forse si riveleranno incapaci di cogliere qualcosa di meno superficiale; se parlo di un’amministrazione occhiuta posso intendere che fa bene i suoi conti, ma anche che ha certe mire, e magari è pronta a tagliare e a fare richieste esose senza simpatie (forse, più probabilmente, se fosse solo avveduta e parsimoniosa la direi oculata); se raccontiamo di un’amica che è sempre occhiuta quando sono in discorso dei suoi interessi, possiamo tratteggiarne un’inclinazione difensiva, o forse adombriamo un certo opportunismo; mentre parlando di un bambino occhiuto vogliamo rappresentare una vivace tendenza all’osservazione — e forse a non lasciarsi sfuggire soprattutto quello che non vorremmo si notasse.

Una parola ricca e stimolante, che pur nell’immediatezza del riferimento richiede a sua volta attenzione per essere interpretata.

Parola pubblicata il 04 Agosto 2021