Paleontologia

Le parole dei dinosauri

pa-le-on-to-lo-gi-a

Significato Disciplina delle Scienze Naturali che studia i fossili

Etimologia parola composta dagli elementi greci paleo- da palaiòs, ‘antico’, onto-, da ón óntos, ‘essere’, e logia, da lògos ‘discorso’.

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Archeologia e paleontologia hanno un cruccio in comune con i fratelli: l’essere confusi gli uni per gli altri. Ad un’osservazione superficiale, le due discipline sembrano la stessa: lo studio di oggetti molto antichi. All’interno delle due branche, le differenze appaiono ovviamente molto più pregnanti e significative di una blanda somiglianza di superficie. Gli archeologi lavorano principalmente su manufatti, e non si occupano quasi mai di qualcosa che abbia più di diecimila anni. I paleontologi lavorano principalmente su resti naturali, e non si occupano quasi mai di qualcosa che abbia meno di diecimila anni. L’archeologo ha l’orizzonte di alcuni millenni, il paleontologo spazia milioni di anni. Ciò che ad un archeologo può risultare antichissimo, per un paleontologo è considerato attuale.

La parola ‘paleontologia’ è composta da tre elementi. Il senso originale del termine intende scindere la parola in paleo- cioè ‘antico’ onto-, elemento che viene dal greco ón óntos ‘essere’, e -logia, ed è un ‘discorso sulle cose antiche’. Tuttavia, a me piace pensare che la parola possa essere intesa — anche solo per gioco — con un’accezione più filosofica, scindendo “paleo-” e “-ontologia”, così che si riferisca ad una ‘ontologia antica’, un’ancestrale forma di conoscenza sull’essere. Questa ambiguità nel senso da dare alla paleontologia potrebbe non essere solamente una divagazione intorno alla parola.

Nella sua accezione comune, la paleontologia è la scienza che studia le forme di vita del passato remoto della Terra. Così viene spesso definita, anche in testi scolastici. Tuttavia, questa definizione è parziale e in qualche modo fuorviante, perché omette di spiegare il nucleo profondo di questa scienza.
Tale accezione popolare calza bene per una disciplina filosofica, ma non per una scienza naturale, empirica, fondata sull’osservazione e l’esperimento. Difatti, nessuno di noi può avere esperienza diretta della vita del passato, e questo per il motivo banalissimo che non esiste la macchina del tempo. Pertanto, una ‘scienza della vita del passato’ non potrebbe essere una scienza empirica, ma solo una forma di speculazione filosofica su qualcosa di impossibile da osservare con i sensi.
Dobbiamo quindi rimuovere la paleontologia dalle scienze naturali, oggettive? Deve essere ricollocata nell’ambito della filosofia, forse nell’arte? La paleontologia è una forma di narrativa fantascientifica? Ovviamente, no.

Il paradosso si risolve realizzando che l’oggetto della paleontologia non è la ‘vita del passato’, bensì oggetti fisici reali, che esistono oggi, che possiamo tenere in mano, e che possono essere analizzati con gli strumenti della scienza sperimentale: i fossili. Un fossile non è una creatura vivente nel passato, ma è un oggetto esistente nel presente. Un’impronta nella roccia, un oggetto silicizzato, una forma fatta di pirite, fosfato o carbonato. La paleontologia studia i fossili, ed i fossili esistono qui ed ora, non in un mitico passato ancestrale.

Volendo restare nella ‘ontologia’, un fossile è una sostanza del presente che mostra una forma alla quale noi attribuiamo un significato in base al concetto di ‘Tempo Profondo’, il tempo geologico che scandisce i mutamenti della Terra. Il fossile è un oggetto che per molti secoli è stato considerato grottesco ed enigmatico, ma che oggi sappiamo interpretare in modo razionale come testimonianza di qualcosa esistito nel remoto passato. La ‘vita del passato’ non è quindi l’oggetto della paleontologia, bensì una spiegazione che attribuiamo agli oggetti studiati dalla paleontologia.

Se qualcuno pensa che le mie parole siano un contorto sofisma per non ammettere che la paleontologia nei fatti si occupa proprio della vita del passato, faccio notare che molti ambiti della paleontologia non si occupano necessariamente delle creature estinte dalle quali riteniamo derivi la forma fossilizzata. Quando un paleontologo studia un giacimento fossilifero, studia un fenomeno geologico avvenuto molto dopo la morte biologica delle creature i cui resti sono accumulati nel giacimento. Il paleontologo pertanto non è necessariamente vincolato al concetto di ‘vita del passato’, perché il fossile non si esaurisce nella mera conservazione delle testimonianze delle creature preistoriche: è un oggetto fisico dotato di una propria storia inorganica, la quale è meritevole di essere investigata tanto quanto la vita ancestrale di cui è lo sbiadito vestigio. Ancorando la paleontologia ad oggetti fisici reali esistenti nel presente, liberiamo le ipotesi sulla natura biologica dei fossili (le ‘creature preistoriche’) dalla degradante caricatura di mitologie post-moderne, a cui un preoccupante filone di negazionisti scientifici vorrebbe relegarle.

Parola pubblicata il 09 Dicembre 2024

Le parole dei dinosauri - con Andrea Cau

Sono parole complesse, difficili da comprendere, dalle storie magnetiche e sconosciute... e che però sono anche parole dell'infanzia, parole che continuano a risuonare lungo tutta la nostra vita. Sono le parole dei dinosauri e della paleontologia, e con Andrea Cau, paleontologo e divulgatore, autore della serie di libri "La rivoluzione piumata", ne scaveremo una un lunedì su due.