Postilla
po-stìl-la
Significato Breve annotazione a margine; osservazione, precisazione
Etimologia dalla locuzione latina post illa ‘dopo quelle’, sottinteso ‘parole’.
Parola pubblicata il 22 Settembre 2021
po-stìl-la
Significato Breve annotazione a margine; osservazione, precisazione
Etimologia dalla locuzione latina post illa ‘dopo quelle’, sottinteso ‘parole’.
Parola pubblicata il 22 Settembre 2021
Certe parole ampie, agili e graziose riescono avere dei profili molto diversi, che arrivano fino all’inquietante. Prendiamo la postilla, compassata e ponderata come solo un’aggiunta per iscritto sa essere — e inoltre latinismo evidente, unione di post e illa, letteralmente ‘dopo quelle’ (sottinteso, ‘parole’).
La postilla è quindi innanzitutto una glossa, una nota a margine o interlineare su un documento in sé già compiuto, ma a cui si può voler apporre un appunto per i motivi più disparati. Studiando bene un libro, aggiungiamo qualche postilla per ricordare ai noi stessi del futuro da dove è presa una citazione o qual è un riferimento essenziale per un certo passaggio; la collega mi passa i grafici con qualche postilla a penna per indicarmi i punti in cui ha trovato qualcosa di eloquente nei dati; e il libro appartenuto a un artista di fama, con le sue postille, ha una quotazione altissima — che non raggiungerà mai il valore del libro di cucina con le postille della nonna.
Può anche prendere l’aspetto di un apparato di note, o di appendice, ma la postilla si caratterizza comunque per agilità e versatilità; ha una minore vocazione esegetica, da commentario sistematico, rispetto a sinonimi quali glosse e chiose — è puntuale, occasionale, pronta, non centrale. E questo le apre un particolare uso nell’ambito del diritto e della burocrazia, che ci porta verso lidi più formali (e talvolta meno rassicuranti).
Infatti la postilla ha anche la veste di aggiunta in calce al documento che, all’atto della sottoscrizione, ne conferma l’alterazione. Se c’è da correggere un contratto o un testamento, non vale cancellare semplicemente: il momento della modifica potrebbe essere posteriore alla sottoscrizione; la postilla ci conferma contestualmente ed esplicitamente che la modifica è voluta. E un discorso analogo vale per registri e atti pubblici, che non possono essere pasticciati. Però è uno strumento che si presta a diventare in genere la clausola aggiunta, che altera il contenuto di un documento — e che ha un’aura mediamente minacciosa. Anzi, proprio per la sua agilità dimessa (rispetto alla serietà della clausola) la postilla può rivelarsi covo di inganni. Pensiamo a quanto possa essere agghiacciante un «Ma non avevi letto le postille del contratto?».
Però l’estensione figurata della postilla ce la distilla come un chiarimento, una precisazione. Davanti alla mia preoccupazione d’essermi spiegato, mi puoi dire che non servono postille, alla fine dell’intervista il giornalista attento chiude con alcune postille alle risposte che ha ricevuto, e all’esame la professoressa riprende con un paio di postille la risposta essenzialmente corretta che abbiamo dato.
La postilla ha una dimensione temporale; un dopo di una discrezione che non interrompe, ma di una fermezza che interviene, e sa prendere il suo spazio.
C’è però un’ultima curiosità. ‘Postilla’ è inizialmente attestato in italiano con un significato completamente diverso: quello di ‘immagine riflessa’. E diciamolo subito: non c’entra proprio niente. Ma ad esempio quando Dante arriva in paradiso e vede per la prima volta degli spiriti beati (Par. III), questi gli appaiono così come su vetri tersi o acque tranquille «tornan d’i nostri visi le postille», tanto che si volta pensandoli riflessi. Fino alla fine del Trecento questo sarà l’unico significato di ‘postilla’, che forse è un diminutivo di ‘posta’, nel senso di ‘orma’. Ma è bellamente incerto.