Talebano

Parole semitiche

ta-le-bà-no

Significato Che appartiene o si riferisce al regime dittatoriale islamico fondamentalista afghano; studente coranico appartenente al gruppo estremista che governa l’Afghanistan; come aggettivo, intollerante, intransigente, integralista, fanatico

Etimologia dal plurale in lingua pashtu del sostantivo arabo ṭālib, cioè ṭālibān, che significa ‘studenti’.

  • «Mi pare una proposta talebana, si può optare per qualcosa di più mite?»

Forse la cosa più strana di questa parola a noi ormai dolorosamente familiare è il suo significato originario. In effetti ṭālibān vuol semplicemente dire ‘studenti’. Deriva dal verbo ṭalaba, ovvero ‘ricercare, domandare, chiedere, studiare’. La parola ṭālib, studente, volta al plurale in arabo standard diventa ṭullāb. Ma allora come mai noi non diciamo ‘tullabani’? Perché talebano proviene dal plurale di ṭālib, sì, ma non in arabo, bensì in pashtu.

Il pashtu appartiene al gruppo delle lingue iraniche sudorientali (e perciò è di origine indoeuropea e non semitica come l’arabo). Si tratta di una delle due lingue ufficiali dell’Afghanistan, ed è parlata anche in Pakistan. Come avviene per la lingua farsi in Iran, il pashtu utilizza un alfabeto derivato da quello arabo, con l’aggiunta di qualche lettera per esprimere graficamente fonemi supplementari.

Di certo la conoscenza che il mondo occidentale ha fatto della parola talebano non è delle più felici: infatti i talebani sono una consorteria di studenti del Corano, animata da un’ideologia integralista ed estremista, influenzata dalle correnti jihaddiste e dal radicalismo del movimento wahhabita, che nel 1996, all’indomani della dissoluzione dell’URSS, prese il potere in Afghanistan e lo detenne fino all’arrivo delle truppe statunitensi nel 2001.

Col ritiro degli americani dall’Afghanistan nel 2021, la popolazione del paese ha vissuto il drammatico ritorno dei talebani a Kabul e lo sconvolgimento totale delle vite di milioni di persone. Per le donne in particolar modo, la situazione sotto il regime talebano è estremamente difficile, poiché viene impedito loro di studiare, di lavorare, di uscire di casa senza il burqa e di fare qualsiasi cosa in autonomia, senza bisogno della supervisione di un uomo della famiglia.

Ma nella nostra lingua talebano non è solo sostantivo. È anche aggettivo e, oltre ad indicare le cose proprie di questo gruppo estremista che imperversa in Afghanistan, può essere attribuito anche a caratteri di grande rigidità ed estremismo radicale, con tratti di intolleranza e di fanatismo, finanche violento — con quella disinvoltura che la consuetudine dell’attualità fa maturare. Beninteso, estremismi radicali e rigidità fanatiche che non ci piacciono, perché se ci fanno simpatia usiamo parole molto più generose.

Possiamo quindi sì parlare del regime dittatoriale talebano che impedisce alle bambine e alle donne afghane di vivere, ma anche della dieta talebana che il medico ci ha imposto dopo aver letto i risultati delle analisi, commentiamo con indignazione una sentenza talebana, e mostriamo qualche riserva verso il piglio talebano del nuovo allenatore.
Insomma, una parola che mostra la sua eloquenza su molti piani.

Parola pubblicata il 16 Febbraio 2024

Parole semitiche - con Maria Costanza Boldrini

Parole arabe, parole ebraiche, giunte in italiano dalle vie del commercio, della convivenza e delle tradizioni religiose. Con Maria Costanza Boldrini, dottoressa in lingue, un venerdì su due esploreremo termini di ascendenza mediorientale, originari del ceppo semitico.