Ecumenico

e-cu-mè-ni-co

Significato Generale, diffuso; universale

Etimologia voce dotta recuperata dal latino tardo oecumenicus, dal greco oikoumenikòs, aggettivo di oikouméne (gê) ‘terra abitata’.

Questa parola è una risorsa splendida e raffinata, e purtroppo però è nota solo per frequentare espressioni ingessate come ‘concilio ecumenico’ - che per inciso è il genere di concilio ecclesiastico a cui sono convocati tutti i vescovi cristiani per risolvere questioni dogmatiche o per definire orientamenti futuri. Grande dignità, versatilità poca.

Si dice ecumenico il generale, il sommamente diffuso, addirittura l’universale. Approda a questo significato da un’immagine splendida: la terra abitata. La bellezza intelligente di questa immagine sta nel suo circostanziare la generalità, l’universalità: è universale fin dove c’è gente, fin dove c’è terra abitata, e perciò riguarda la generalità, è rivolto alla generalità della gente che la terra abita.

Ci stupisce sempre la generosità ecumenica dell’amico che si prodiga per chiunque abbia bisogno; non serve invito per la festa, è ecumenica, e non c’è biglietto da pagare; e qualcuno ci racconta di qualndo la partecipazione politica era, o sembrava, ecumenica. Peraltro in questa parola prende colore anche una sfumatura irenica, di pace, a partire dal ravvicinamento fra religioni simili (si dice ecumenismo il movimento che mira proprio a questo). Ecumenici vogliono essere i diritti umani, la partecipazione ecumenica alle Olimpiadi è luogo e occasione per ritessere legami.

È una parola ricercata ma non poco nota, e ha un bel margine di uso: basti pensare a come l’universale, il globale sia diventato una prospettiva quotidiana - e in questo paradigma è bello e utile calare l’ecumenico. Senza contare che è anche parecchio gagliarda, e nel discorso è una presenza che si fa sentire.

Parola pubblicata il 24 Maggio 2018