Andana

an-dà-na

Significato Striscia di terreno fra due filari di alberi; banchina, marciapiede; fila di barche ormeggiate fianco a fianco; striscia di fieno falciato che resta sul terreno

Etimologia forse derivato di andare, o forse, per la varia diffusione nelle lingue romanze, va ricollegato al latino ambitus ‘àmbito, cerchio’.

Quando capita di esclamare fra sé «Non credevo che questa cosa avesse un nome!» è sempre un momento splendido. Perché è il momento in cui un elemento magmatico della realtà concreta (che magari conosciamo bene) viene notato in sé, distinto e tagliato, e acquista un’individualità astratta — di quell’astrattezza che è il luogo comune in cui c’è il nostro patrimonio condiviso.

L’andàna è la striscia di terreno libero compreso fra due filari di alberi. Una strada, un passaggio, attraverso cui si va: via aperta, chiusa in mezzo alle piante che, per estensione, può essere limitata lateralmente non solo da alberi, ma anche da botti in cantina, merci che torreggiano in casse. Il suo essere apertura andante si coglie bene anche quando descrive la striscia di falciatura lasciata sul terreno, così come la banchina ferroviaria; il suo essere chiusa ma sempre affacciata ai lati si coglie nelle andane dei moli, in cui le barche sono ordinate fianco a fianco.

Questo taglio di realtà è unico: non è solo un passaggio limitato ai lati come un corridoio o un vicolo, ma un passaggio in cui ciò che limita è materia viva, fonte di attrazione, se non di meraviglia. Simile al marciapiede, è però molto più naturale, mobile. Insomma, rendiamoci conto che in italiano abbiamo una parola per indicare una navata ricavata fra colonne, fra file viventi, che crescono, si accatastano e avvicendano, ondeggiano, scorrono, fermentano — e a sua volta spazio vitale di passaggio.

Si tratta però di una parola che ha avuto una storia breve: è appena ottocentesca ed è già desueta. Resta sulla cresta dell’onda solo come nome di resort o di ristorante che possa variamente vantare un’andana di alberi, un elemento estetico di indubbio prestigio.

Ciò nondimeno, l’andana ha un significato maestoso; e stazione, porto, campagna, cantina o mercato che evochi, abbiamo tutti in cuore il sentimento di soggezione nell’incedere lenti nella sua atmosfera numinosa, sguardo in alto e a lato, fra le file nascoste di piante del grande giardino, sulla via del cimitero o della villa che ospita il matrimonio, fra i filari di alberi di nave sul molo, sui campi mezzo falciati, nella grande ovattata cantina che odora di mosto, fra i labirinti di cataste di stoffe che ci sovrastano.

Parola pubblicata il 10 Marzo 2020