Diporto

di-pòr-to

Significato Svago, divertimento; sport

Etimologia dall’antico francese deport ‘divertimento, spasso’, derivato di deporter ‘divertire’, ma propriamente ‘allontanare’, dal latino deportare ‘portar via’ .

  • «Andiamo a diporto nel bosco?»

Che formidabile aria rétro, che ha il diporto. Ci parla di divertimento, sì, ma ha un filtro d’altri tempi; dipinge lo svago e il diletto con un’aura compassata che lo tiene ben lontano dalle forme più estreme che abbiamo presenti. Lungi dal diporto il gavazzare, il bisbocciare. Ed è anche un’aura elevata — il diporto ci dipinge una certa altezza di divertimento, un’altezza di classe.

Infatti è difficile dire che i bambini giocano per diporto a calcio nel cortile, sudicio di fango, usando come porte le felpe appallottolate a terra. Il signorotto va a caccia per diporto, e per diporto si seguono le corse dei cavalli. Ma anche quando è un semplice passeggiare per svago, godendo di luoghi ameni e di piacevole compagnia — e quindi camminiamo nel bosco con un’amica per diporto — ci dà l’idea di un diletto agiato. Spesso ci si sposta o si viaggia per divertimento, per svago, per distrazione, ma viaggiare per diporto dà all’atto un’aria sistematica, consapevole, come uso di un certo rango.

In effetti il diporto ha a che fare col ‘portarsi altrove’. Beninteso, lo fanno anche il divertimento e la distrazione stesse — il concetto di «alleggerire le cure della vita con attività differenti, piacevoli e inutili» è tutto imperniato su questi movimenti fisici: pensiamo anche allo svago, allo spasso. Sempre in giro, sempre da un’altra parte.
Certo che però è una declinazione molto particolare di un’idea più ampia, che anzi di solito interpretiamo in maniera tragicamente diversa. Il deport dell’antico francese deriva da deporter, che è dal latino deportare. Un ‘portare via’ che al nostro orecchio parla soprattutto di rastrellamenti, proscrizioni, trasferimenti forzati, e che però nel deporter francese attraversa l’accezione dell’allontanare per arrivare al divertire.

Così posso parlare di come no, non è una professione, io incrocio iris per puro diporto; di come ci fermiamo a diporto in una tappa intermedia; delle imbarcazioni da diporto ormeggiate al molo.
In quest’ultimo caso il termine è tecnico, indicando una famiglia di imbarcazioni sportive, così come sportiva è la navigazione da diporto. E ci accompagna verso un dato etimologico di grande interesse.

‘Diporto’ è in effetti fratello di ‘sport’. Il deporter di cui abbiamo parlato esisteva anche come desporter, e se sul versante italiano ha dato vita al diporto, su quello inglese ha dato vita allo sport. Che è arrivato a noi nell’Ottocento e la cui ascesa è stata irresistibile. Rampante da metà secolo, supera ‘diporto’ all’alba del Novecento, staccandolo poi in maniera incolmabile, come ci è evidente. Prestigio dei giochi inglesi, si direbbe; ma può aver pesato anche una connotazione più spigliata e popolare, anzi volgare, com’era percepito ‘sport’ in principio, e una sfumatura tecnica tipica del forestierismo. Se il diporto è affettato e per gente di un certo livello, lo sport, si sa, è per tutti.

Parola pubblicata il 29 Aprile 2025