Franco
Scorci letterari
fràn-co
Significato Schietto, sincero; disinvolto, risoluto; libero, esente
Etimologia dal francese franc libero, a sua volta dal francone frank.
Parola pubblicata il 10 Ottobre 2016
Scorci letterari - con Lucia Masetti
Con Lucia Masetti, dottoranda in letteratura italiana, uno scorcio letterario sulla parola del giorno.
Siamo davanti a tutta la meraviglia di una parola comune ma dai significati eccezionalmente articolati e fertili.
Il nocciolo fondamentale del significato di ‘franco’ è quello di ‘libero’. Proprio con questo senso si collega al nome del popolo dei Franchi - gli uomini liberi. Ora, per capire gli esiti dell’evoluzione semantica di questo termine ci si deve avvicinare al concetto di ‘libero’ con uno sguardo ampio, grandangolare, che permetta di dominarne il labirinto dall’alto.
Può essere declinato sul versante della volontà: il franco è disinvolto, determinato, sicuro; questo è ancor più evidente nel verbo ‘rinfrancare’, che significa proprio rassicurare, rendere nuovamente ardimentoso.
Quel genere di libertà disinvolta e sicura che è la franchezza può anche scaturire dalla sincerità, dall’innocenza, dalla consapevolezza di essere nel bene - e perciò il franco diventa lo schietto e il sincero. Francamente credo che il tuo lavoro sia ottimo, parlerò con franchezza di come mi sono sentito, e le persone franche sono la migliore compagnia.
Ma un altro ampio fronte di sviluppo del concetto di ‘libero’ è al confine con l’esente, libero da dazi, tasse e simili - anche in senso figurato. Nel porto franco si fanno commerci liberissimi e non sempre limpidi, sulla lettera affrancata non sono dovuti ulteriori tributi, e posso sperare di farla franca.
Di altri usi antichi e recenti, generici e tecnici (bancari, marinareschi, agrari…) se ne trovano a bizzeffe. Al solito, davanti al termine estremamente prolifico di significati, la cura prima deve essere quella di far proprio il nocciolo, il fondamento di significato e le diramazioni principali: il resto è sviluppo lineare.
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(Dante, Inferno II, vv. 127-133)
Quali fioretti dal notturno gelo
chinati e chiusi, poi che ’l sol li ’mbianca,
si drizzan tutti aperti in loro stelo,
tal mi fec’io di mia virtude stanca,
e tanto buono ardire al cor mi corse,
ch’i’ cominciai come persona franca:
“Oh pietosa colei che mi soccorse!”
Dante ha fatto appena pochi passi quando lo coglie un dubbio atroce, il nostro stesso dubbio. Sarò all’altezza del compito che mi è affidato? Riuscirò a compiere questo cammino sconosciuto? La voce della paura risponde di no.
E allora interviene Virgilio: “Guarda che, quando ti sei perso nella selva, tutto il Cielo si è messo in agitazione per te. La Madonna ha richiamato Santa Lucia, che è corsa da Beatrice, che è schizzata come un fulmine a cercare me. Ma di cosa ti preoccupi?”
L’effetto di queste parole è espresso da una similitudine splendida: anzi, la similitudine germoglia dalle parole stesse. Virgilio infatti sta svelando il dogma dell’intercessione: una misteriosa rete d’amore che collega tutti gli esseri viventi. Dante applica, nella pratica poetica, questo concetto: riproduce i dettagli più minuti con tenerezza, in un gioco di specchi tra micro e macrocosmo. La natura è creatura di Dio, come l’uomo: perciò i “fioretti” – nella loro piccolezza – possono rispecchiare le dinamiche profonde del cuore e, al tempo stesso, mostrare l’amore di Dio in azione.
Insomma, Dante rivolge ai “fioretti” la stessa affettuosa attenzione che sente su di sé (“Oh pietosa colei che mi soccorse!”). E proprio quest’ultima, portata alla coscienza del Dante personaggio, lo rende “franco”: un aggettivo che è ancora a mezza strada nella sua evoluzione storica.
“Franco”, infatti, indica qui un uomo schietto e ardito: libero da una condizione di servitù non più politica, ma morale. Virgilio “rinfranca” Dante proprio liberandolo (“affrancandolo”) dal peso paralizzante della paura.
E come fa? Gli mostra che il suo cammino non è casuale, bensì guidato da un amore sconfinato: ossia testimonia ciò che, per Dante, è la verità. “La verità vi farà liberi”; e, viceversa, essere liberi da paura e ignoranza è il presupposto della verità. Tra poco il nostro amico “franco” farà ancora un passo, e ingloberà il significato moderno di “sincero”.