Parnaso

par-nà-so

Significato Nome di un monte in Grecia sacro ad Apollo e alle Muse; poesia; insieme di chi fa poesia in una nazione, regione e simili; condizione, stato di spirito o d’ambiente che ispira l’attività poetica; paradiso, ambiente ideale per un’attività, specie espressiva, artistica

Etimologia voce dotta, recuperata dal latino Parnàsus, dal greco Parnasós.

  • «Queste strade sono state il parnaso della grande autrice.»

Delfi è dominata dalla vetta bicipite del monte Parnaso — un monte cardinale del mito greco, per celebrità secondo solo all’Olimpo. In particolare era consacrato ad Apollo e alle Muse, perciò, a dispetto della sua natura piuttosto selvaggia, è diventato idealmente il luogo delle arti.

Il monte Parnaso in uno scatto di Electron08.

Il termine ‘parnaso’ come antonomasia mette a fuoco alcuni significati tradizionali, assodatissimi e però un po’ desueti, e però ha anche dei risvolti più nuovi, ancora difficilmente còlti dalla lessicografia — ma cercheremo di acchiapparli.

Innanzitutto il parnaso è figuratamente la poesia. «Ma come, le Muse non sono patrone di tutte le arti? Perché tout court indica solo la poesia?» Giusta osservazione, grazie. Senza che siano esaurienti, possiamo avanzare un paio di risposte: innanzitutto il termine ‘parnaso’ è un termine, una parola, e in quanto tale è usato più facilmente, nelle proprie opere, da persone che si cimentano nelle lettere piuttosto che nelle arti figurative: è uno strumento calibrato da chi fa poesia, quindi è piuttosto naturale che indichi in modo speciale proprio quest’arte. In secondo luogo, il patrocinio delle arti da parte delle Muse non ha la struttura con cui modernamente ce lo immagineremmo, con una divisione netta, ad esempio, fra musica, pittura, scultura, poesia, danza. La poesia è un’arte trasversale, fra quelle patrocinate dalle Muse: Clio, con la sua pergamena, è musa della storia, e presiede quindi alla poesia celebrativa che narra ciò che è stato; Euterpe soffia nella tibia e presiede alla musica ma anche alla poesia lirica che le è associata; Tersicore, con la sua lira, danza, ma ispira anche la lirica corale, e quindi sempre poesia; per non parlare di Erato, che ispira la poesia amorosa, e di Calliope, forse la più celebre fra le Muse, che ispira la poesia epica, la poesia elegiaca, e l’eloquenza. Capiamo che nei CV delle Muse la poesia è una skill centrale.

Oltre ad essere la poesia, per semplice estensione il parnaso diventa anche la comunità poetica di una regione, di una nazione intera: possiamo parlare di che aria tiri nel parnaso di una città, quali siano gli stili più adottati nel parnaso, della schiera di un parnaso locale (e forse così non si colloca troppo lontano da una pleiade di poesia). Ma questi sono usi un po’ sradicati, che prescindono dalla forza del riferimento al Parnaso quale luogo ideale ma terrestre. Se parlo del parnaso della mia solitudine, in cui mi arrivano le idee migliori, del parnaso dei sentimenti cupi che mi fanno distillare ragionamenti e versi, o del parnaso di un’estate selvatica e disconnessa in cui sento di fiorire, ecco che la dimensione di questo riferimento si fa reale, per quanto magari figurata.

Significati splendidi: il parnaso diventa un luogo dell’anima. Ma in maniera più pratica e meno sottile può anche essere quello che spicciamente chiamiamo ‘paradiso’, luogo ideale per qualcosa, specie di espressivo e artistico — al modo in cui la Fiera delle pannocchie antiche è il paradiso per chi ami coltivarne varietà insolite. Ma rispetto al paradiso, e alla non dissimile, istituzionale apicalità dell’Olimpo, il parnaso continua ad essere un luogo pieno di slanci, un luogo in cui troviamo uno spazio d’espressione — con ironia o meno. Possiamo parlare di come un’area politica voglia presentarsi come parnaso delle frange moderate, di una città che è un parnaso per chi ha un’inventiva spiccata, di un lido remoto con poche case arroccate che è un parnaso per il surf e una vita a ritmo lento.

Be, di riferimenti più alti la lingua non ne offre molti, però la celebrità lo rende pervio — ed è bello continuare aggirarsi presso delle pendici che hanno attratto tanto ingegno per così tanto tempo.

Parola pubblicata il 07 Ottobre 2023