Pletorico

ple-tò-ri-co

Significato Sovrabbondante, sovraccarico; affetto da pletora

Etimologia voce dotta recuperata dal greco plethorikós, da plethóra ‘pienezza, pletora’.

È una di quelle parole che si fa notare nel discorso come un petardo in salotto; ha una tale ricercatezza, una tale precisione, una tale flemma nel giudicare il sovrabbondante, che spande un’aura forbita tutt’intorno. E però ha un tratto originario piuttosto buffo.

Come sappiamo, la medicina di Ippocrate, basata sui quattro umori fondamentali, è stata il paradigma medico-scientifico che ha regnato per il periodo più lungo, nella nostra storia. E anche il pletorico, prima di prendere i significati astratti con cui lo usiamo di solito, nasce da qui: si diceva pletorica la persona rubizza, florida e dinamica, caratterizzata evidentemente da un’abbondanza di sangue — secondo la complessione sanguigna. Tale era la pletora, letteralmente e per eccellenza una ‘pienezza’ (il greco plethóra è cugino di schiatta indoeuropea del plenus latino, che dà origine al nostro ‘pieno).

E però questo squilibrio umorale poteva essere problematico — tant’è che la pletora e il pletorico ci portano dei significati di abbondanza mica tanto positiva.
Per inciso, in effetti l’abbondanza di sangue (per volume complessivo o in certe sue parti) è una condizione medica che esiste realmente, anche se difficilmente l’ipervolemia o la policitemia hanno qualcosa a che fare col pletorico di vecchia scuola ippocratica e galenica.

Il nocciolo, fuor di medicina, è questo: siamo davanti a una condizione di abbondanza che in qualche maniera ingolfa, appesantisce un corpo — in senso lato. Possiamo parlare di come un dispiegamento pletorico di risorse renda più difficile raggiungere l’obiettivo, di come un secondo cuoco ai fornelli sia spesso pletorico, di come un’argomentazione pletorica, anche se ricca, finisca per essere fiacca e non risulti persuasiva.

Capiamo bene che si tratta di un taglio di significato tanto esatto quanto versatile — perché normalmente l’abbondante ha dei caratteri positivi, e per segnalarlo come esagerazione problematica e zavorrante ci si deve ingegnare. Abbiamo il sovrabbondante (che però è esso stesso sovrabbondante, sesquipedale), abbiamo il normalissimo eccessivo, abbiamo l’ipertrofico, che però rispetto a questo abbondante-che-pesa, dandoci piuttosto una rappresentazione di crescita, può essere un po’ fuori fuoco. Il pletorico ha una forza e un nitore che s’incontrano di rado.

Parola pubblicata il 16 Marzo 2022