Simultaneo

si-mul-tà-ne-o

Significato Che accade o è compiuto nello stesso momento

Etimologia voce dotta recuperata dal latino medievale simultaneus, dall’avverbio simul ‘nello stesso tempo’, modellato sul latino tardo momentaneus ‘momentaneo’.

  • «L'accensione di tutti i dispositivi è simultanea.»

Per dire questa cosa abbiamo alcune alternative, tutte piuttosto didascaliche, imperniate su prefissi come con- e sin-, che ci raccontano una situazione d’insieme. Il contemporaneo che avviene nello stesso tempo, il concomitante che accompagna e non spicca nemmeno troppo per immediatezza, il contestuale che però è tutto del diritto e della burocrazia, il sincrono o il sincronico, che ha una struttura greca analoga a quella latina del contemporaneo, che però con questa chiara grecità si paluda di scientificità, di tecnica, e in genere di un’aura distinta, olimpica.

Il simultaneo si fonda su una logica del tutto diversa, che gli è schiusa dall’appartenenza di sangue a una delle casate lessicali più sbalorditive: al piede dell’albero genealogico ha la radice indoeuropea ricostruita come ‘sem-’, che indica unità e interezza.
Considerando solo il ramo italiano della famiglia, qui troviamo il simile e il sincero, il semplice e il sempre, lo scempio e il singolo, e ma anche l’insieme stesso e il simultaneo.

Il simultaneo qualifica ciò che accade o si fa nello stesso tempo; ma non stiamo fotografando — per dire — una piazza in cui nello stesso torno c’è lo spettacolo di giocoleria, la band con la custodia della chitarra aperta a terra, la spiegazione di tre guide turistiche a tre gruppi in tre lingue, lo scippo, la municipale che non se n’è avvista, la gente che entra ed esce da lavoro, chi entra ed esce dai negozi con buste, chi entra ed esce dalla funzione religiosa. Il simultaneo non ci mette in mano la qualità delle varie cose che accadono nello stesso contorno di tempo. Il simultaneo ci dà un’unità di azione molto più stretta, molto più integrata.

Posso fare molte partite a scacchi in contemporanea mandandomi via via le mosse per messaggio con amiche e amici — ma se sono abbastanza bravo da fare delle partite in simultanea, da solo contro più sfidanti su più scacchiere allo stesso tempo, i giochi si fanno qui e ora tutti insieme. Peraltro anche la doppia mossa di re e torre dell’arrocco è simultanea: se la diciamo contemporanea o contestuale, la sua unità risulta meno marcata.
E ancora, l’origine simultanea di due effetti si è data nell’unità di una situazione, non in una mera corrispondenza di cronaca; due reazioni simultanee, anche se sono fra loro indipendenti, danno l’impressione di manifestazioni plurime di un fenomeno singolo.
E la traduzione simultanea? Acchiappa le parole mentre volano e le traduce da una lingua all’altra quasi prima che arrivino al tuo orecchio: in pratica scompare, integrata nell’interazione che media. Una traduzione sincrona avrebbe un bizzarro tratto cronometrico, una concomitante avrebbe un’aria più libera, quella contestuale ti può essere data dopo su carta intestata.

Che grande, profondo potere ha il simultaneo: insiste su un concetto frequentato, e con la chiave di una figura antica di unità e interezza, lo racconta in maniera sottilmente, chiaramente diversa.

Parola pubblicata il 17 Dicembre 2024