Balcanizzazione

bal-ca-niz-za-zió-ne

Significato Processo e condizione di disordine interno, o di frazionamento turbolento

Etimologia dal nome dei Balcani, penisola dell’Europa meridionale.

È una di quelle parole che si trovano usate con un certo compiacimento, perché suggeriscono una misura di padronanza di geopolitica e di storia. E però corrono il rischio di risultare supponenti e antipatiche.

La balcanizzazione (effetto del ‘balcanizzare’) è il processo che conduce a una condizione (e la condizione stessa) di costante disordine interno, oppure di frazionamento turbolento. In senso proprio, si può parlare di come un’occupazione straniera abbia balcanizzato un’area, di come una tensione etnica sfoci in una balcanizzazione, di come una federazione si sia balcanizzata.

Le ragioni per cui questo significato emerge associato alla zona dei Balcani sono lineari ed evidenti: il fatto che la penisola balcanica sia stata in lunghi e cruciali periodi, vicini e lontani, fortemente e bellicosamente frammentata, non è una nozione esoterica e dotta, è una nozione da paragrafo di sussidiario, proverbiale. E di notorietà internazionale — ‘balcanizzare’ e ‘balcanizzazione’ hanno omologhi in diverse lingue.

Il riferimento originario sarebbe alla situazione dei Balcani intorno alla Grande Guerra: è da allora che inizia a girare questo arcipelago di parole. Ma è un riferimento che i ricorsi storici hanno mantenuto fresco fino a noi.

Ora, la complessa storia politica della penisola balcanica non è come la sua storia geologica: non è un grande fatto spontaneo della natura che si possa osservare con olimpico distacco. È uno dei casi in cui chi osserva e pone il nome sul fenomeno ne è parte; tante comunità di questa parte di mondo hanno avuto le loro mire e i loro interessi sui Balcani — erano in cucina quando si faceva la minestra. E porre sulla balcanizzazione un paradigma violento di disordine e tendenza al frazionamento trascura dominazioni, pressioni, patrocini passati e presenti. Da riferimento intendente di geopolitica quale si presentava, finisce per restare sulla superficie.

Così, trasportando quel disordine frazionatore in altri ambiti, si può sentir parlare di come uno standard tenti di frenare la balcanizzazione delle tecnologie (come il bluetooth), di come i rapporti condominiali si siano balcanizzati, o della balcanizzazione di un partito, o di gruppi parlamentari. Un uso d’impatto, ma più suggestivo che pregnante, a cui forse si possono preferire soluzioni più sobrie: sono parole ancora di moda, anche se non conoscono più i fasti degli anni ‘90 e primi 2000, e forse passeranno.

Ma resta un ultimo punto: balcanizzazione, Balcani. Da dove viene questo nome? I Balcani, eponimi della penisola compresa fra Mar Nero e Adriatico, sono una catena montuosa che attraversa la Bulgaria da est a ovest, con una curva verso nord in Serbia. Localmente hanno il nome di Stàra planinà (‘Vecchie montagne’), mentre il nome con cui li conosciamo noi viene probabilmente dal turco balkan ‘catena di montagne’ (forse un derivato di balk ‘fango’). Di seguito, uno scatto di Dido3 dal monte Kom.

Parola pubblicata il 14 Dicembre 2021