Lillipuziano
lil-li-pu-zià-no
Significato Abitante dell’immaginaria isola di Lilliput; di dimensioni molto ridotte, di scarsa levatura
Etimologia dal nome di Lilliput, luogo immaginato dallo scrittore irlandese Jonathan Swift nel suo celebre libro satirico ‘I viaggi di Gulliver’, che racconta popolato da umani minuscoli.
Parola pubblicata il 30 Settembre 2020
I viaggi di Gulliver è un libro che viene proposto spesso in età molto verdi, in cui è difficile avere il quadro sociostorico che permetterebbe di coglierne la satira (be’, in realtà anche con qualche anno in più non diventa mai una conoscenza comune): fu un libro nientemeno che controverso, ma tanti elementi che destavano vivo e comune scandalo restano vestigia per storici, e sono scivolati via con le nevi di un tempo. Però è anche un libro iconico, che ha un forte impatto immaginativo — e la prima parte, ambientata proprio a Lilliput, è forse la più celebre, e quella con più smalto.
Lemuel Gulliver, uomo inglese di mezza età versato in medicina e nelle lingue, si trova senza denari e decide di imbarcarsi. Una tempesta però lo fa naufragare (è l’espediente fisso con cui viaggia Gulliver, il naufragio) sull’isola di Lilliput, abitata da umani alti una quindicina di centimetri, che hanno una società del tutto paragonabile a quella inglese, e sulle cui assurdità fa aggio la satira di Swift. Quindi naturalmente ‘lillipuziano’ nasce col significato fantastico di ‘abitante di Lilliput’, caratterizzato in maniera precipua dalle minutissime dimensioni.
I viaggi di Gulliver fu pubblicato per la prima volta nel 1726, e passò appena una decina d’anni perché anche in italiano si iniziasse a considerare il termine ‘lillipuziano’, anche se il suo vero successo si afferma fra Otto e Novecento. Viene preso come antonomasia per indicare ciò che ha dimensioni molto ridotte — può essere lillipuziana una calligrafia, lillipuziano un libro, o un servizio di forchettine da dolce. Ma può anche indicare una bassa levatura ideale, morale, un’intima limitatezza — e possiamo dire lillipuziane aspirazioni grette, lillipuziani valori meschini, lillipuziano un orizzonte ristretto e parziale.
Sul perché Swift abbia scelto proprio ‘Lilliput’ come nome per quest’isola, non abbiamo spiegazioni, è una sua enigmatica invenzione. Fatto sta che si tratta di un nome particolarmente felice per la sua adattabilità nelle lingue straniere e memorabilità: un carattere non condiviso, ad esempio, dall’opposta terra di Brobdingnag, abitata da umani giganteschi, di cui Swift racconta nella seconda parte del libro. ‘Brobdingnagiano’ lo scrivo senza avere un’idea precisa nemmeno di come si dovrebbe pronunciare. Ma soprattutto l’immagine di giganti è molto più ordinaria, e intride molto più il nostro immaginario rispetto a quella di esseri umani (non fate, elfetti e simili) di minuscole proporzioni — e giocoforza un nome che li indichi ha per sé tutta la scena, molto più di uno che descriva dei giganti.
L’unica alternativa prossima potrebbe essere ‘pigmeo’, che però ci porta alla mente tutt’altro tipo di umani, molto più esotici e molto meno piccoli dei lillipuziani, sia quando ci si riferisce (in maniera ormai considerata ampiamente spregiativa) a specifiche popolazioni minute, sia quando si parla della tribù dei Pygmaîos favoleggiata dagli antichi Greci, in eterna lotta contro le cicogne: pygmaîos significa letteralmente ‘alto un cubito’, che è circa tre volte i sei pollici d’altezza dei lillipuziani.