Verboso
ver-bó-so
Significato Prolisso, ridondante
Etimologia voce dotta recuperata dal latino verbosus ‘prolisso, esteso’, derivato di verbum ‘parola’.
Parola pubblicata il 12 Ottobre 2019
ver-bó-so
Significato Prolisso, ridondante
Etimologia voce dotta recuperata dal latino verbosus ‘prolisso, esteso’, derivato di verbum ‘parola’.
Parola pubblicata il 12 Ottobre 2019
No no, niente di dissacrante verso l’altezza della parola, nel verboso. L’ordinarietà della sua origine e dei suoi trascorsi ce lo mostra come una presenza consueta della vita scritta, della vita culturale, dal verbosus latino, al suo recupero trecentesco all’italiano, fino a oggi — un termine dalla lunga storia senza scossoni. E perciò il suo significato, decantato così a lungo, è da ascoltare con attenzione particolare.
Ha molti sinonimi, ma nessuno è altrettanto massiccio, nessuno comunica i suoi significati con altrettanta pulizia. Il prolisso ci parla di un’estensione, di un dilungarsi; il logorroico di un flusso parlato inarrestabile (e tecnicamente patologico); il ridondante racconta un abbondare traboccante. Il verboso, con la semplicità del suffisso in ‘-oso’, fa leva precisamente, staticamente sulla quantità di parole. E così dà mediatamente l’idea del sovraccarico, del trascinato, dello sbavato — che inferiamo dalla mole.
Così chiamiamo verboso chi per esprimere la sua opinione si diffonde a parlare o a scrivere in maniera inopportuna, irritante, richiedendo una tale quantità di tempo e di attenzione da riuscire francamente scortese; verboso chi fra batterie di particolari inutili e divagazioni sofisticate affoga quel po’ di significato che ha da trasmettere; verboso chi per la quantità stucchevole e poco interessante di ciò che dice ci abbatte nella noia e nel fastidio.
Ma attenzione: il verboso parla di quantità. E però la quantità non va considerata in assoluto: qui eccede rispetto all’opportuno, al necessario. Capita di sentire delle persone che vorremmo non smettessero mai di parlarci, che amiamo divaghino, scendano nei particolari, e il verboso non ci parla di questi casi. C’è anche goffaggine, nel verboso, incertezza, e una pesantezza che manca di eleganza, e una forma di presunzione che si accompagna a ingenuità: difficilmente sono verbose le persone che hanno il polso della situazione e la dominano. Ma la valutazione cambia molto da punto di vista a punto di vista. (Ricordo che all’ultimo anno di liceo tutti mi dicevano che l’undicesimo capitolo de Il ritratto di Dorian Gray era eccezionalmente noioso, prolisso, verboso. Per me, oltre a contenere il senso dell’intero romanzo, era di una bellezza struggente, e ogni volta che lo leggevo desideravo che non finisse.)
Insomma, una parola che sa rendere giustizia a realtà psicologicamente complesse e a prospettive diverse; ha un grado di ricercatezza gradevole, che non ne colpisce la spendibilità, e anzi il suo suono grave contribuisce a dare una rappresentazione immediata del suo significato. Una grande risorsa.