Consumere

con-sù-me-re (difettivo, io con-sùn-si)

Significato Consumare, logorare

Etimologia voce dotta recuperata dal verbo consumere ‘divorare, esaurire, consumare’, derivato di sumere ‘prendere’ col prefisso con-.

Davanti a un verbo come ‘consumere’ potremmo avere l’impressione di essere davanti a uno di quei termini che si possono trovare solo Leopardi o Montale, magari, o davanti a una variante estinta nell’Ottocento… e invece no. Non solo ci è più consueto di quanto possa sembrare, ma può spiegarci punti importanti di concetti che diamo assolutamente per scontati.

Si potrebbe dire che consumere è il consumare originario. Continua l’omologo latino, mentre proprio il consumare è alterato da un incrocio. Ci mostra con evidenza che dentro c’è il verbo latino sumere, e che quindi stiamo parlando di una famiglia variegatissima, quella del presumere, dell’assumere, del desumere, del sussumere, di sunti e riassunti — e chissà chi è rimasto fuori.

Il verbo sumere ha una lista di significati elefantiaca, ma il suo nocciolo (peraltro, a cipolla, lo stesso del suo nucleo primario, il verbo emere) è il prendere — che nel consumere, col prefisso con-, acquista il senso di un ‘prendere completamente, usare del tutto’, diciamo pure ‘esaurire, divorare’. Consumare.

Per quanto sia stato recuperato dal latino nel XIII secolo, il verbo ‘consumere’ è rimasto difettivo, quindi ha preso respiro solo in certe persone verbali — del passato remoto, come consunsi, consunse e consunsero, e naturalmente in tutte quelle che si avvalgono del ramo più vitale di quest’albero, il participio passato consunto. Anche quando parliamo di consunzione e consuntivo prendiamo le mosse da questo verbo. Che quindi non è un vezzo espressivo, ma un termine frequentato, anche se in una porzione molto ristretta della sua coniugazione.

Per quanto, a livello di registro, una sua altezza superiore si fa sentire: se parliamo di un libro consumato siamo un po’ più prosaici di quando parliamo di un libro consunto., un paio di scarpe consumate sono da risuolare, mentre forse se le diciamo consunte diamo l’idea di una riflessione un po’ meno pragmatica, più elevata, che magari aleggia sui luoghi in cui tanto abbiamo camminato. Addirittura se parliamo di una battuta consumata possiamo comunicare il profilo di una battuta che ha passato il suo rodaggio, un classico, mentre una battuta consunta è meschinamente logora.

Ma che è successo al consumare, perché è emerso nel Duecento con la coniugazione cambiata?
Si è sovrapposto con un altro verbo, consummare, cioè ‘portare al sommo, al compimento’ il quale è ancora evidente in certi usi del ‘consumare’ (infatti spesso registrato sotto due voci differenti). Chi consuma un reato lo compie, non lo rode, e un matrimonio consumato non è esaurito. Anzi.

Parola pubblicata il 22 Aprile 2021