Paideia

pai-dè-ia

Significato Educazione, formazione, specie adottata in un contesto, in una fase storica e simili

Etimologia voce dotta recuperata dal greco paidéia ‘educazione dei bambini’, derivato di paîs ‘bambino’.

  • «È stata una disciplina centrale nella paideia della nazione.»

Sì, anche stavolta ci dirigiamo al lago della lingua greca, e anche stavolta incontreremo chi pesca in maniera legittima e chi pesca di frodo. Ma dovremo sfoderare un po’ di comprensione: l’occasione di questa parola, in effetti, è eccezionalmente ghiotta.

Il termine ‘paideia’ può non dirci molto di primo acchito, ma è facile scoprire che si tratta di un muso conosciuto: il greco paidéia (anticipiamo, significa ‘educazione’) è la base dell’elemento -pedìa che a partire dall’enciclopedia viene usato per descrivere insiemi di informazioni, tematici o no, con caratteri appunto enciclopedici, di vasta ampiezza se non proprio di completezza (‘enciclopedia’ è dalla locuzione greca enkýklios paidéia, alla lettera ‘educazione a cerchio’, e quindi complessiva). Basti pensare a Wikipedia.
L’etimologia ci presenta questa paidéia come una ‘educazione per bambini’ (paîs, paidós in greco), ma come avevamo notato parlando della pedagogia contro l’andragogia, in realtà il riferimento stretto alla formazione in età acerba si allarga rapidamente, si fa formazione in generale — e tale è il significato di paidéia: educazione, formazione nel senso più ampio.

Lo è fin dall’antichità, e l’ampiezza del concetto l’ha versata nel tempo in concezioni diverse — quindi scordiamoci una messa a fuoco univoca e precisa, siamo nel reame della suggestione. Ha il profilo di un’intera formazione umana, perfino di una formazione spirituale, o un alto, virtuoso destino (in questi sensi la troviamo in Platone). Il percorso della paideia trabocca nello scopo, in un grecissimo fine di perfezione. Naturalmente non è una formazione che si possa condurre nella solitudine di un gabinetto privato: ha una dimensione comunitaria, che investe tutta la città, tutta la polis — perché è nella comunità che l’individuo si realizza. È una perfezione culturale, sociale e politica, che fa toccare la vetta della vera umanità.

Che meraviglia! Fuori dal significato storico, complesso e delicato come tutti i concetti filosofici che si spalmano e riprendono in luoghi diversi lungo secoli dell’antichità, è una parola che fa prudere le mani. È così alta e ammaliante che quasi chiede di essere recuperata per poter parlare di ciò che la formazione dovrebbe essere — un percorso che è esso stesso un fine, un sinolo di virtù civili, morali, fisiche, intellettuali che perfezionano l’umano (il greco paidéia in latino è spesso tradotto come humanitas). Da questa idea antica soffia un vento che ispira, che slancia — e per di più (è sempre divertente notarlo) è una parola greca, e quindi uau, è come tirare un petardo aulico nel discorso.

Allora al congresso si parlerà della necessità sociale di recuperare una prospettiva comunitaria della paideia, leggiamo un articolo sui cardini della paideia di una certa nazione, e discutiamo di quali sono i caratteri che la paideia ingenera nella cittadinanza.

Sono usi elevati, dotti, significativi, che richiedono un paio di accortezze.
Dobbiamo tenere presente che ora questa ‘paideia’ è un concetto distante dal contesto greco in cui è nato. Si colloca in paradigmi culturali diversi — l’educazione greca aveva caratteri che per la nostra cultura non sono solo discutibili, ma riprovevoli. Insomma, i materiali di antichi edifici sono spesso serviti per costruire qualcosa di nuovo — e con le parole continuiamo a farlo.

E poi la levatura di ‘paideia’ ce la rende molto adatta a stringersi non su una dimensione pratica, ma su un processo generale: quando si parla di ‘paideia’ spesso viene considerata nella prospettiva di una certa fase storica, di una cultura, di una temperie, proprio in quanto meccanismo e risultato di una formazione generale con un rilievo sociale sulla qualità della cittadinanza.

Non tutta la formazione, l’educazione è paideia. Se parliamo di programmi di formazione pratici, di corsi, di episodici percorsi di gruppo, evocare la paideia può suonare pretenzioso, e avere un respiro troppo grande — spenge le candeline sulla torta con un soffiatore per foglie.

Riassumendo. La civiltà greca ha maturato un termine per parlare del perfezionamento della persona con la formazione comunitaria. Noi lo possiamo prendere con la consapevolezza che stiamo reinterpretando alcuni tratti suggestivi di questo concetto. Ed è una moneta grossa, che si può spendere nei discorsi in c’è da esprimere un valore alto e generale. A questi patti, che grande parola!

Parola pubblicata il 21 Maggio 2024