Savio

sà-vio

Significato Assennato, accorto, prudente; in possesso delle proprie facoltà mentali

Etimologia dal provenzale sabi o savi, derivato dell’ipotetica voce del latino parlato ricostruita come sapius, da sàpere ‘sapere’.

C’è gente che sa, e davanti a questo fatto evidente e insieme vago, la lingua ha sempre cercato di fare del suo meglio per permetterci di specificare in che senso ‘sa’. Il callido è diverso dal saggio, il sapiente dallo scaltro: se prendiamo gli estremi di questa nebulosa le differenze si vedono abbastanza bene, si vedono i diversi ingredienti di esperienza pratica o di pensiero, di studio, di acume. Ma se iniziamo a voler distinguere in che cosa si differenziano il saggio e il savio, non possiamo fare affidamento su confini e punti di riferimento netti — e i cartelli stradali si fanno illeggibili. Si deve procedere con attenzione e tracciare una mappa provvisoria per conto proprio.

Sono fratelli gemelli, nipoti del nobile verbo latino sàpere. Il nonno sàpere ha intrapreso una folgorante carriera nel mondo della conoscenza, ma i suoi natali erano ben diversi: infatti il suo primo significato è ‘sapere’ nel senso di ‘avere sapore’ — a partire da una radice indoeuropea che indica il ‘notare’. Abbiamo quindi una prima drammatizzazione ancestrale offerta dall’etimo: la persona che sa si nota come notiamo il grano di sale sulla nostra lingua. Peraltro nonno sàpere, in questo ambito di significato, fece le scarpe al verbo scire ‘sapere’ (padre della scienza).

Una forma intermedia del latino parlato (che possiamo ricostruire come babbo sapius) dà vita ai due gemelli, che arrivano in italiano entrambi dalla Francia: il primo, il ‘saggio’, viene dal nord, dall’antico francese sage. Il secondo, il ‘savio’, viene dal sud, dal provenzale sabi o savi.

Ora, la qualità del saggio ci pare subito come una qualità molto, molto alta (anche se, come ogni parola, può finire nel minestrone ed essere intesa per meno di quel che è). Dentro non c’è tanto un sapere, nel senso di un detenere una massa di conoscenze e nozioni, ma piuttosto c’è una considerazione e una visione generale del mondo, dell’umano e delle tensioni che li influenzano. La saggezza è un sapere profondo, lucido, comprensivo e calmo, che non si agita sulla superficie delle cose; dal caos coglie il grande quadro d’insieme, come se guardando da rovescio un tappeto riuscisse a indovinarne il disegno per dritto; poi certo si declina in accortezza, prudenza, equilibrio — ma questi sono effetti particolari di una disposizione più vasta e radicale.

La qualità del savio, ecco… è un po’ meno. In effetti in italiano ha avuto un valore jolly, in quest’ambito semantico — è stato l’accorto, il sapiente, il saggio stesso, ma anche il semplice sano di mente. Cercando di tastare quale sia l’aura del savio oggi, potremmo dire che è la qualità della persona che in modo onesto e sobrio esercita la propria intelligenza sulla vita, al meglio ma senza picchi superbi. Una persona che, per dire, potremmo vedere bene a ricoprire una carica pubblica. Non è matta, non è smagata, ha delle capacità di avvedutezza, di presenza e delle conoscenze che le danno libertà e sicurezza in quel che fa — ma non per questo ci aspettiamo di trovarla seduta in cima alla rupe a snocciolare oracoli, non per questo le attribuiamo un carisma e un’autorevolezza tanto superiore. Solo, guardandola di profilo potremmo vedere la somiglianza col nonno sàpere in quanto il savio… ha sale. E chi rinsavisce riguadagna la ragione.

Dopotutto, è probabile che, in cerca di consiglio nel momento del dubbio, ci rivolgiamo a una persona savia, piuttosto che a una persona saggia: di persone savie è pieno il mondo, mentre l’attribuzione di saggezza è una questione insieme solenne e personale — più impegnativa, e tante volte ci basta una persona con la testa sulle spalle.

Così qualche investimento savio ci rende quel che immaginavamo, lo zio apprezza la sensatezza di una scelta savia del vino, con atteggiamento savio lasciamo cadere le provocazioni della vicina di casa che ci rinfaccia di non averla appoggiata riguardo alle fioriere condominiali.

Il savio è una buona notizia sull’opinione di fondo che abbiamo di noi: la lingua ce lo consegna col tenore di uno stato naturale, di base — più modesto di certi vertici di comprensione del mondo ma più che sufficiente ad essere brava gente e gente brava.

Parola pubblicata il 12 Marzo 2022