Topica

tò-pi-ca

Significato In un primo significato, in retorica, arte della ricerca di luoghi comuni; in un secondo significato, sbaglio, mossa inopportuna, figuraccia

Etimologia nel primo significato, attraverso il recupero della voce dotta latina topica, dal greco topiké (téchne), «(l’arte dell’uso) dei luoghi»; nel secondo, dal lombardo topicà ‘inciampare’, da toppo ‘ceppo’, dalla voce francone ricostruita top ‘cima’.

  • «Quando parla trova gli argomenti con una topica davvero esperta.»
  • «Ha fatto una topica clamorosa, non si farà vedere per un pezzo.»

In realtà ‘topica’ non è una sola parola, sono due. Una topica è di antica e nobilissima ascendenza greca, che racconta i vertici della retorica classica, una invece è di recente e vilissima ascendenza lombarda, che racconta lo svarione a partire da bassa materia naturalistica e franca. Ed è questa seconda topica che ci interesserà di più.

La prima topica (in greco topiké téchne, «l’arte dell’uso dei luoghi», topoi) è una disciplina retorica, affrontata in prima monumentale battuta da Aristotele nei libri del suo Tá topiká, e ripresa da innumerevoli chiosatori fra cui Cicerone, nel suo Topica. È l’arte di trovare luoghi comuni, ma un momento! Non nel senso deleterio con cui li consideriamo noi oggi di solito. Questi luoghi comuni, in retorica, sono il terreno condiviso delle idee e degli schemi ricorrenti a cui l’uditorio è abituato, a cui crede, e quindi la topica si presenta come arte di attingere alle fonti dei luoghi comuni e individuare ciò che ha forza di prova per l’uditorio. Senz’altro un tema che ha un’importanza rilevante, ma i nostri parametri riguardo a luoghi comuni e prove sono molto cambiati, quindi il termine ‘topica’ ha visto venir meno il suo vento fortunato — e non ci dà carte troppo interessanti da giocare nella quotidianità.

Invece l’altra topica è corrente e utilissima, per un motivo molto preciso: non si hanno mai abbastanza parole per significare l’errore, la mossa sbagliata, la figura misera: hanno un’infinità di varianti, che possono essere giudicate con un gran numero di diverse disposizioni d’animo, ed è importante avere una tavolozza estesa al massimo per poter accordare, tendendo l’orecchio, il termine più consono alla realtà del discorso.

Ha un’origine popolare: la tòpica deriva dal verbo lombardo topicà, che vuol dire ‘inciampare’. In effetti è un fratello di intoppare e toppare: il loro babbo è il toppo, il ceppo che resta a terra dopo il taglio dell’albero, e che così insidia il piedino malaccorto (l’origine, attraverso il francese, risale probabilmente all’ipotetica voce francone top, ‘cima’ sì, come in inglese, affinità germaniche). In italiano la topica si afferma verso la fine dell’Ottocento, e nella grande costellazione dei suoi sinonimi — in massima parte impronunciabile alla cena di gala all’ambasciata — si staglia con delle qualità uniche.

Già perché è un ambito semantico, quello dello sbaglio dell’importuno e della figuraccia, dove farsi scappare il calore di un’espressione è facilissimo. Dalle fesserie alle castronerie, dalle bestialità alle cavolate, con o senza copertura d’eufemismo, il termine con cui indichiamo la mossa inopportuna, la figuraccia o lo sbaglio ha spesso un certo polso, una certa intensità, e perfino un livello di aggressività che può essere notevole.

La topica appartiene a un registro colloquiale, brillante nel tono e senza acidità soverchie, ma ha anche una temperatura media, che non indulge nella critica e non sbava — il che la rende, in effetti, adatta anche a contesti meno informali. Dire che il gran professore ha fatto una topica citando dati notoriamente inventati, che la zia non ci perdona la topica commessa nel torneo di scopone scientifico, che ho fatto una topica lanciando un’allusione per interessare il bel tipo, denota sì quella cosa, quel tipo di azione a sproposito, quel tipo di sbaglio, ma lo fa in una maniera che conserva una certa levità — senza artigli, senza volgarità, senza pretese auliche ma senza sconti.

Una grande risorsa, laterale, per certi versi sorprendente.
Certo poi — concludendo con una nota necessaria — si possono fare svarioni anche nella ricerca degli argomenti retorici. Nel qual caso si può parlare della topica della topica.

Parola pubblicata il 04 Giugno 2022