Occulto

oc-cùl-to

Significato Nascosto, segreto, arcano

Etimologia voce dotta recuperata dal latino occultus, participio passato di occùlere ‘nascondere’, derivato di celare con prefisso rafforzativo ob-.

  • «Quando morì, nella sua libreria trovammo un'intera sezione dedicata a libri dell'occulto.»

Certo che poche parole sono più scure dell’occulto — basta sentirne il suono, così cupo e duro. E però non è quella scurità da foresta tenebrosa, da notte senza luna. È piuttosto lo scuro del penetrale, del latomico, dell’arcano, insomma di un esoterico che resta nascosto alla vista e che sostanzialmente conserva inaccessibile il suo segreto. Un profilo meraviglioso, carismatico, frutto di un’antica somma del celare — un ‘nascondere’ di registro ricercato, ma in sé piuttosto semplice e schietto, perfino episodico — con un prefisso ob- che lo rafforza, che gli conferisce durata, che lo struttura. Ed è questo il tratto che insieme dà profondità e un’aura di inquietudine all’occulto: è un ‘nascosto’ strutturato.

In una lingua letteraria e scientifica può sembrare anche essere un ‘nascosto’ relativamente normale: se parlo delle cicale occulte che friniscono fragorosamente fra i rami, delle lucertole occulte nella sassaia, della lunga eclissi in cui un satellite resta occulto, non sto parlando pianamente di un inconoscibile mistico o paranormale; e però, nella sua elevazione, il tono resta quello di una partecipazione a un segreto, c’è un’impressione vaga di liturgia ermetica, di una sagra, di una vita indecifrabile. È un occulto poetico: di solito, paradossalmente, l’occulto sa essere più prosaico.

Se parliamo delle ragioni occulte che stanno dietro a un certo comportamento, delle cause occulte che hanno influito su un certo esito, l’occulto si mostra in un’accezione piuttosto pratica — comprendendo ciò che resta incognito nell’equazione. Ma adombra qualcosa di ulteriore rispetto al semplicemente non noto. Anzi si fa decisamente più inquietante quando si parla di forze occulte che guidano una situazione, di poteri occulti che giocano a profondità inarrivabili dalla cronaca, perfino di finanziamenti occulti che giungono a foraggiare marionette secondo disegni ineffabili. L’occulto sa adombrare non solo ciò che è semplicemente non evidente, ma un’intera trama, una scienza, un mondo che si dipana in una dimensione impenetrabile.

Questo è di evidenza solare quando si parla dell’occulto in assoluto, volentieri con la ‘O’ maiuscola: è l’àmbito dell’inspiegabile, di ciò che sfugge (o dichiara di sfuggire) alle spiegazioni scientifiche, è lo spazio dei saperi magici, del soprannaturale e del preternaturale — lo spazio che comunemente attribuiamo all’occultismo, in effetti.

Possiamo parlare delle malìe occulte con cui la vicina ci fa seccare le piante, delle allusioni ad agenti occulti con cui l’amabile conversatore ci intrattiene alla fermata dell’autobus, alle omissioni occulte nella ricetta della nonna, che ci viene sempre una ciofeca.

Una parola importante, pesante, che però riesce a trasmettere significati complessi e ricchi di sfumature in una sola pennellata, anche proclive all’ironia.

Parola pubblicata il 22 Aprile 2022