Tartaruga
Parole bestiali
tar-ta-rù-ga
Significato Nome comune delle specie di rettili inclusi nell’ordine Cheloni o Testudines; nell’uso scientifico si dà il nome di tartaruga ai Cheloni marini e quello di testuggine ai terrestri; nell’uso comune i due termini sono equivalenti
Etimologia dal greco tardo tartarukos, letteralmente ‘abitante del tartaro’.
Parola pubblicata il 22 Novembre 2021
Parole bestiali - con Lucia e Andrea Masetti
Un lunedì su due, un viaggio nell'arcipelago dei nomi degli animali, in quello che significano per noi, nel modo in cui abitano la nostra vita e la nostra immaginazione.
“Chi va piano va sano e va lontano”: si chiude così La tartaruga e la lepre, famosissima favola di Esopo diffusasi nei cinque continenti in molteplici versioni. Ha ispirato anche uno dei primi rompicapi filosofici, il paradosso di Zenone, secondo cui la tartaruga batterebbe facilmente il piè veloce Achille se solo potesse partire con qualche attimo di vantaggio.
E la cosa più assurda di questa favola è che, in sostanza, è vera. Adrian Bejan, docente alla Duke University, ha osservato che la tartaruga vince davvero sulla lepre se si considera la loro velocità media nell’arco di diversi anni. Non perché il moto non esista, come argomentava Zenone, ma perché la lepre dedica un’ampia parte del suo tempo al riposo, mentre la tartaruga si muove lentamente e costantemente.
Questa creaturina poi arriva lontano anche in termini cronologici. Attualmente il più vecchio animale terrestre è proprio una tartaruga, Jonathan, di 189 anni (trent’anni più vecchio dell’Italia, giusto per capirci). Se poi considerassimo la specie nel suo complesso, la tartaruga avrebbe diritto a una torta di compleanno con circa 225 milioni di candeline. In qualche modo è sopravvissuta persino al meteorite che sterminò i dinosauri, 65 milioni di anni fa.
Che abbia fatto un patto col diavolo? In effetti ai primi cristiani appariva proprio come un essere demoniaco, abitante del Tartaro: da qui il suo nome. D’altra parte per la mitologia induista il mondo intero poggia su un’enorme testuggine. In breve: comunque la Terra sia concepita, nelle sue profondità c’è sempre una tartaruga. Non per nulla anche le tartarughe ninja risiedono nei sotterranei della città.
Potremmo dire, junghianeggiando, che quest’animale rappresenta gli strati più profondi e ancestrali della psiche, non privi di una sfumatura inquietante. Al contempo però è un simbolo pressoché universale di saggezza, pazienza, tenacia: caratteristiche rispecchiate nel maestro Oogway di Kung fu panda, che spiegano anche l’enorme quantità di tatuaggi – di buono e cattivo gusto – dedicati alla tartaruga.
Scientificamente parlando, comunque, pare che la sua longevità non dipenda granché dalla sua lentezza. Si deve piuttosto all’eccezionale resistenza dei suoi telomeri: strutture protettive poste all’estremità dei cromosomi, che evitano l’insorgere di tumori e altri problemi legati alla replicazione del DNA.
La lentezza del suo metabolismo però potrebbe avere qualcosa a che fare con la persistenza della tartaruga nel corso dei millenni, giacché il basso fabbisogno energetico le consente di sopravvivere anche a periodi molto duri.
Non guasta inoltre che il suo carapace la renda alquanto complicata da mangiare, anche se non impossibile. Alcuni rapaci per esempio hanno imparato a lasciar cadere la poveretta da grandi altezze per romperne il guscio; un’abitudine che, si dice, costò la vita al tragediografo Eschilo, colpito alla testa da una testuggine volante. Comunque è indubbio che la tartaruga richieda ai suoi predatori un surplus d’inventiva.
Il carapace (da cui, si narra, Ermes ricavò la prima lira) l’ha resa inoltre il simbolo per eccellenza dell’attaccamento alla casa. Secondo la mitologia greca infatti la ninfa Chelone non volle staccarsi dalla sua casuccia neppure per partecipare al matrimonio di Zeus, che perciò la punì trasformandola nella prima tartaruga.
D’altra parte le tartarughe marine sono notoriamente ottime viaggiatrici, capaci di percorrere più di 10.000 km all’anno: pare quindi che abbiano trovato, ben prima di noi, il modo di viaggiare per enormi distanze senza mai allontanarsi da casa.