Granchio

Parole bestiali

gràn-chio

Significato Nome comune dei crostacei che appartengono all’infraordine Brachyura

Etimologia dalla voce ricostruita del latino volgare cranculum, diminutivo di cancrum, ‘granchio, gambero’ e ‘cancro’.

  • «Hai preso un granchio.»

Con le sue gambette rigide e ritorte il granchio sembra sempre un po’ aggranchito, come se fosse rimasto fermo troppo a lungo in una posizione scomoda. E in effetti il verbo – col suo derivato “sgranchirsi” – nasce proprio dal nostro animaletto.

Dalla sua strana forma viene anche un paragone più oscuro: quello con il tumore, che si abbarbica attorno alle cellule sane. Infatti il latino cancrum possedeva entrambi i significati, poi i suoi derivati si sono specializzati: da un lato l’innocuo granchio, dall’altro il cancro.

L’unica eccezione è la costellazione del Cancro, che continua a essere chiamata così anche se di tumorale non ha nulla. Il mito racconta che Era, per distrarre Eracle durante il combattimento con l’Idra di Lerna, gli inviò un granchio, che l’eroe infuriato schiacciò col piede. Era, presa da una crisi di coscienza, trasformò quindi lo zelante crostaceo in costellazione.

Una seconda peculiarità del granchio poi è la sua andatura obliqua. Che ha senso, perché in questo modo le zampine non si intralciano tra loro e possono muoversi più velocemente. Tuttavia a noi sembra una scelta stramba, quasi un vizio. “Mai otterrai che il granchio cammini diritto” sentenziava già Aristofane nella commedia La pace.

In questo il granchio condivide la reputazione del suo parente gambero, noto per camminare all’indietro e quindi preso a paragone di chi non vuole o non riesce a guardare avanti. (In realtà il poveretto cammina in avanti come tutti quanti, ma in caso di pericolo si esibisce in notevoli balzi all’indietro.)

L’insieme di queste bizzarrie ha forse portato alla nascita del ghiribizzo, o schiribizzo, vale a dire l’idea balzana, che deriverebbe dall’alto tedesco krebs (gambero o granchio). La teoria non è sicurissima, ma neppure improbabile come sembra. Del resto si dice che chi ha idee strane ha dei “grilli” per la testa, e la parola “scarabocchio” (che potrebbe aver influito su schiribizzo) ha anch’essa origine animale, venendo da scarabeo.

Peraltro questo non è l’unico legame tra il granchio e i pensieri peregrini. In spagnolo, per richiamare qualcuno immerso in un sogno a occhi aperti, gli si può chiedere: “Stai meditando sull’immortalità del granchio?” (¿Estás pensando en la inmortalidad del cangrejo?)

Più severa è la lingua inglese, per la quale la crab mentality è un modo di pensare non solo illogico, ma pernicioso. Si dice che i granchi raccolti in un secchiello si impediscano a vicenda di uscire; allo stesso modo una comunità o una persona con una “mentalità da granchio” ostacolerà chi è incamminato al successo, in modo da non sentirsene sminuita.

Per noi italiani invece il legame tra errori e crostacei assume una sfumatura comica. “Prendere un granchio” significa commettere un errore grossolano e imbarazzante (in passato indicava anche il rifiuto di una ragazza, come l’odierno “due di picche”). L’origine non è ben chiara, ma certo rimanda all’idea generale di un pescatore che, puntando ad altre prede, si ritrova con un misero granchio, che magari lo pizzica pure.

Curiosamente la stessa espressione è presente nella lingua inglese (to catch a crab), ma con un significato molto specifico: indica il colpo sbagliato di un rematore, che manca l’acqua con il remo o, viceversa, lo fa inceppare sott’acqua. Forse le due lingue hanno elaborato la stessa metafora indipendentemente, o forse era così bella che ce l’hanno rubata. La vicenda resta comunque misteriosa.

Parola pubblicata il 11 Marzo 2024

Parole bestiali - con Lucia e Andrea Masetti

Un lunedì su due, un viaggio nell'arcipelago dei nomi degli animali, in quello che significano per noi, nel modo in cui abitano la nostra vita e la nostra immaginazione.